XVIII

Era il giorno quando non ero
preparato a riceverti;
entrando nel mio cuore,
non invitato e non conosciuto,
imprimesti il segno dell'eternità
su molti istanti fugaci della mia vita.
Quando oggi, per caso faccio lume
su di essi, e vedo il tuoi sigillo,
mi accorgo che si sono confusi
col ricordo di gioie e dolori
dei miei futili giorni scordati.
Non ti sei mai scostato sprezzante
dal mio giocare puerile tra la polvere;
e i passi che udii un giorno
nella mia stanza dei giuochi
sono gli stessi che echeggiano
di stella in stella.